Domanda: «Ma chi le ha mai viste queste due Università statali in Italia»?
Risposta: «L’immagine delle “due Università” è una amplificatio o una metafora per dare maggior forza – o maggiore evidenza – alla denuncia: realmente, in Italia, in ogni Università, ne coesistono due».
Domanda: «Ma nella prima delle due Università – quella dei professori raccomandati – ci sono solo figli di papà e servallievi di baroni»?
Risposta: «No, per semplificare (come voleva Sciascia) e per amore di sintesi, ho fatto una selezione troppo … riduttiva. Nella prima delle due Università statali, bisogna aggiungere almeno i parenti o i portaborse dei politici, certi massoni o i loro parenti, le fidanzate (o i fidanzati) dei baroni».
Domanda: «La prima e la seconda Università sono presentate in ordine gerarchico»?
Risposta: «No, solo indicativo, casuale».
Domanda: «Ma le “posizioni di rilievo nelle gerarchie accademiche” sono occupate sempre da professori raccomandati»?
Risposta: «No, talora (v. supra)».
Domanda: «Ma qual è la percentuale dei professori raccomandati, rispetto ai professori autentici»?
Risposta: «Pare, il 40%».
Domanda: «Quale sarebbe l’alternativa auspicabile»?
Risposta: «Quella europea: professori raccomandati 10%; professori autentici 90%».