Il più grande dei miei nipoti – un adolescente che si apre alla vita degli adulti con molte chances (che Dio gliele conservi e gli conservi soprattutto il dono dell’ironia e della’autoironia, segno inequivocabile di intelligenza) – mi ha chiesto stamattina argutamente, per Whatsapp, se so che il governo giallo-verde è caduto.
Gli ho risposto subito, senza pensarci due volte: «Sì. Mi dispiace solo che, per salvare la patria, ora siamo costretti a fare il nuovo governo con quegli ipocriti, ignoranti, presuntuosi e fascistoidi dei 5stelle che, insieme con i fascio-leghisti di Salvini, hanno gestito, per più di un anno, il peggior governo della storia repubblicana, causando danni incredibili allo stato e ai cittadini italiani. Mi auguro che Zingaretti ponga delle condizioni precise, vincolanti, di sinistra (riformista, non miracolistica), per la nostra partecipazione al governo. Purtroppo, pare che non ci siano alternative. E ciò, grazie all’avventurismo, al fascismo, al razzismo e soprattutto all’incultura politica della maggioranza degli italiani (che ha votato per Salvini e Di Maio). Ma “chista è a zita: ccà semu e ccà calamu”. Speriamo di fare almeno una discreta pesca».
Mio nipote mi ha risposto subito, a sua volta, con arguzia e intelligenza: «Ma, nonno, non credi che abbia un po’ di colpa anche Renzi che ha deluso molti democratici»?
«Sì, gli ho risposto. Quello che non capisco è la campagna di odio contro Renzi, che – da riformista democratico – può avere fatto (e ha fatto) degli errori, e può, anzi deve, essere contestato. È l’odio che non mi convince: l’ossessione dell’odio, espresso, reiteratamente, a ogni piè sospinto, come se Renzi fosse l’unico responsabile della rovina (ma dove l’hanno mai vista?) dell’Italia. Gli italiani (dico la maggioranza) non hanno odiato e non odiano Mussolini (che ha mandato a morire in Russia 270.000, duecentosettantamila (!), giovani italiani, oltre alle altre migliaia, in Grecia, in Africa, in Spagna, durante guerre dissennate; che ha abolito le garanzie democratiche; che ha eliminato l’opposizione e praticamente il Parlamento; che ha fatto uccidere Matteotti, Don Minzoni, i fratelli Rosselli; che ha fatto marcire in carcere Gramsci, reo solo di essere comunista, e tanti altri antifascisti; che ha governato per venti anni, senza opposizione alcuna, da vero padrone, causando fame diffusa, distruzioni, morti e rovine) quanto oggi odiano Renzi. La stessa maggioranza silenziosa non ha mai odiato Berlusconi (che ha conti aperti con la giustizia, che è stato condannato con sentenza definitiva in qualche processo, che ha sdoganato il neofascisti di Alleanza nazionale, che ha vinto una causa, in cui però il suo avvocato – condannato con sentenza passata in giudicato – ha corrotto i giudici; che ha condizionato la vita politica e culturale dell’Italia per venti anni) quanto mostra di odiare Renzi, che peraltro ha governato meno di due anni».
E il mio saggio nipote: «Ma, nonno, come si spiega questo, visto che, lo dici tu stesso, tutto ha una causa»?
Al che, io: «Solo in un modo, a mio modesto parere: gli italiani (la solita maggioranza) conservano, forse fin dentro i cromosomi, il culto del Re, del Signore, del Potere, del Capo; hanno piegato la schiena per due millenni di fronte ai padroni di turno. Perciò non odiano, anzi ancora rimpiangono Mussolini e Berlusconi. Evidentemente Renzi a loro non è mai sembrato un Capo, un Signore, un Re, un Potente: troppo democratico per essere amato da reazionari, antidemocratici, razzisti e fascistoidi. Solo Craxi, socialista-riformista, ha suscitato lo sdegno, se non l’odio, della maggioranza, prima di Renzi. Ora, hanno intravisto le stimmate del Capo in Salvini, e guai a chi glielo tocca».
Opinabile? Certo, ma trovate voi un’altra spiegazione che spieghi l’aporia oggettiva e grande come una casa.